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CENNI STORICI BOTTIGLIE DI SABBIA COLORATA

Intorno ai primi decenni del XX secolo, Joana Carneiro Maia, che viveva nela villaggio di Majorlandia, nello Strato del Cearà, in cima ad una falesia (scogliere brasiliane composte da vari strati di argilla silicea, che assume diverse sfumature di colore grazie alla differente quantità di ossidi presenti nella terra), decorava le bottiglie di vetro con i diversi colori dell’argilla, ottenuti raschiando le pareti della falesia.

Se da principio creava semplici stratificazioni di sabbia, gradualmente sperimentava l’uso di piccoli attrezzi con i quali modificava intenzionalmente i movimenti della sabbia. Servendosi di un bastoncino di palma di cocco e di un imbuto, rese le decorazioni più complesse, con forme e giochi geometrici.

La leggenda racconta che un giorno, mentre stava lavorando, le cadde una bottiglia. Raccogliendola le apprave un paesaggio. Nacque l’idea: creare con la sabbia figure e paesaggi, bastava approfondire la tecnica e aggiungervi un po’ d’ingegno. Negli anni ’70, anche Toinho Carneiro, figlio di Joana, si dedica alle composizioni di sabbia, studia e crea nuovi e più complessi paesaggi: barche, case, uccelli, palme.

Le creazioni ottenute suscitano, per la loro particolarità e bellezza, curiosità e ammirazione. L’arte si diffonde in tutta la zona nord est del brasile e nel nord Africa, dove massiccia è la presenza del deserto da cui prelevare la sabbia. In Italia, e più in generale in Europa, la tecnica non è ancora molto diffusa.

La sabbia dal colore naturale viene spesso trattata con colori artificiali, che permettono di ottenere una gamma cromatica molto ampia. Viene inoltre macinata, al fine di ottenere la granulometria desiderata. Lo stile compositivo conserva un carattere naif ed una predilezione verso paesaggi ed animali tropicali.

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