Se da principio creava semplici stratificazioni di sabbia, gradualmente sperimentava l’uso di piccoli attrezzi con i quali modificava intenzionalmente i movimenti della sabbia. Servendosi di un bastoncino di palma di cocco e di un imbuto, rese le decorazioni più complesse, con forme e giochi geometrici.
La leggenda racconta che un giorno, mentre stava lavorando, le cadde una bottiglia. Raccogliendola le apprave un paesaggio. Nacque l’idea: creare con la sabbia figure e paesaggi, bastava approfondire la tecnica e aggiungervi un po’ d’ingegno. Negli anni ’70, anche Toinho Carneiro, figlio di Joana, si dedica alle composizioni di sabbia, studia e crea nuovi e più compl

Le creazioni ottenute suscitano, per la loro particolarità e bellezza, curiosità e ammirazione. L’arte si diffonde in tutta la zona nord est del brasile e nel nord Africa, dove massiccia è la presenza del deserto da cui prelevare la sabbia. In Italia, e più in generale in Europa, la tecnica non è ancora molto diffusa.
La sabbia dal colore naturale viene spesso trattata con colori artificiali, che permettono di ottenere una gamma cromatica molto ampia. Viene inoltre macinata, al fine di ottenere la granulometria desiderata. Lo stile compositivo conserva un carattere naif ed una predilezione verso paesaggi ed animali tropicali.
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